Le nostre Campane
Le nostre campane (grossa , mezzana, mezzanella e piccola) furono fuse nel 1896 dalla Premiata Fonderia Bimbi Giovan Battista e Figli e furono collocate sull'attuale torre campanaria, terminata nel 1894 ad opera di Sassatelli Ferdinando scalpellino e Tazzioli Alessandro capomastro.
Dai precedenti campanili, che seguirono la sfortunata sorte di varie chiese nel paese, franate per dissesti idrogeologici, provenivano due vecchie campane (la più grossa pesava dai 78 agli 80 pesi) Il desiderio della popolazione di avere un nuovo quarto di campane sulla torre appena terminata, portò alla convocazione dei capifamiglia del paese ed, istituita una commissione specifica per iniziare la fusione delle nuove campane, vennero chiesti diversi preventivi a varie fonderie. Si concluse poi un accordo con i fonditori Bimbi, attraverso la stipula del contratto nell'aprile del 1896. |
La commissione voleva le quattro campane accordate in quinta mentre una buona parte della popolazione avrebbe voluto invece l’accordatura in scala naturale; prevalse però il parere della commissione con l’obbligo per i fonditori di realizzare l’accordatura in quinta, alquanto più complicata: le campane dovevano dare le seguenti note musicali : DO LA SOL FA e più precisamente la grossa dava la nota del FA naturale, ossia un Fa calante verso il MI, la più piccola dava la quarta di numero e la quinta di suono, caratteristiche timbriche che… sarebbero state giudicate da un musico o da altra competente persona…
La mattina del 30 luglio 1896 furono spaccate le vecchie campane e portate nel fornello di Case Farioli nel terreno di proprietà dei Bimbi dove ora sorge l’attuale oratorio; la sera dello stesso giorno venne realizzata la fusione.
Il mattino seguente furono dissotterrate le nuove campane e alla sera furono suonate tutte e quattro tra gli applausi della gente accorsa numerosa per assistere all'opera. La mattina del 5 agosto furono condotte alla chiesa, issate sul campanile il giorno 10 e il giorno 14 collocate sulla travatura: dopo due ore, il primo doppio risuonava nella valle tra le acclamazioni del popolo. Le campane nette pesano 20 quintali e 15 chili. Sulla campana grossa, in latino, si trova questa iscrizione: “A maggior gloria di Dio, con denaro ricavato delle due vecchie…esempio di fede dei nostri avi fatte nell'anno 1818 e col ricavato del terzo della legna dell’Alpe con consenso del popolo, da noi furono fatte Don Giuseppe Bertolini rettore”. Sulle altre campane varie scritte anch'esse in latino, invocano la protezione di Dio e dei Santi dalle calamità (“ab fulgure et tempestate libera nos Domine “). |
Le campane e il campanile furono inaugurati con solenne festa. La sera del 15 agosto 1896 sui monti che circondano Fontanaluccia si vedevano fiaccole e fanali da ogni parte, …che sembrava giorno…fuochi artificiali e mortaretti portati da Lucca si confondevano coi rintocchi armoniosi delle campane; il giorno dopo giunse in paese la banda musicale di Piandelagotti che dopo aver accompagnato le funzioni religiose del giorno di San Rocco, suonò fino a sera. (Dal Diario di Tazzioli Valente del 1910)
Le nostre campane sono tutt'oggi considerate uno dei migliori concerti della regione, salvate dalle razzie tedesche in tempo di guerra grazie all'intervento personale dell’allora Vescovo Mons. Brettoni.
Purtroppo alla fine degli anni ’80 l’incuria e la scarsa coscienza del valore di queste opere d’arte, hanno portato alla rottura della campana piccola, rifusa poi dalla fonderia Capanni di Castelnovo ne’ Monti.
Il Gruppo Campanari si impegnano a custodire i tesori che gli sono stati affidati dimostrando impegno e senso di responsabilità necessari, affinché la fede e le fatiche dei nostri predecessori non si perdano nel vento di un’incosciente modernità.
Purtroppo alla fine degli anni ’80 l’incuria e la scarsa coscienza del valore di queste opere d’arte, hanno portato alla rottura della campana piccola, rifusa poi dalla fonderia Capanni di Castelnovo ne’ Monti.
Il Gruppo Campanari si impegnano a custodire i tesori che gli sono stati affidati dimostrando impegno e senso di responsabilità necessari, affinché la fede e le fatiche dei nostri predecessori non si perdano nel vento di un’incosciente modernità.